mercoledì 13 febbraio 2019

“LA CITTÀ DEI DUE MARI” E I SUOI DELFINI

MODULO DI SCIENZE NATURALI - DOCENTE RAFFAELLA TROVATO

Alunne partecipanti:  Emiliana Zito, Stefania Fiorenza, Morena Occhinegro, Jennifer Luna Berlato, Bianca Angelini.

“LA CITTÀ DEI DUE MARI” E I SUOI DELFINI
Così è chiamata questa meravigliosa città che, unica al mondo, è bagnata da DUE MARI: Il mar Piccolo e il mar Grande che si incontrano nel Canale navigabile, reso ancor più bello grazie a un ponte a dir poco eccezionale e molto originale chiamato Girevole, perché viene aperto frequentemente per il passaggio delle navi dal mar Piccolo, ove sostano, al mar Grande per partire verso le missioni militari italiane.  Il ponte Girevole è il simbolo della città di Taranto ed il passaggio delle navi militari con l'equipaggio sul loro ponte è un momento molto suggestivo per i familiari e gli amici che salutano i propri cari dal lungomare. Dalla parte opposta dell’isola della città vecchia i due Mari si incontrano sotto il Ponte di sant’Egidio (o ponte di Pietra). La bellezza del mar Grande è arricchita dalla presenza del piccolo arcipelago delle  Isole Cheradi:  San Pietro e San Paolo; esisteva anche una  terza piccola isola, di San Nicolicchio, oggi scomparsa perché completamente inglobata nel polo siderurgico. Le isole Cheradi sono state basi militari durante le guerre mondiali; anche negli anni successivi, infatti sono ancora presenti installazioni militari usate per la difesa della città, ma oramai abbandonate. L'isola più grande, San Pietro, non è più proprietà della Marina Militare e può essere considerata una vera e propria area naturalistica, ricca di vegetazione tipicamente mediterranea, poiché il divieto di approdo delle barche negli anni ha preservato il suo ricco ecosistema. Molte specie di uccelli trovano rifugio sull'isola di San Pietro, come il barbagianni, la beccaccia di mare, la quaglia, il martin pescatore, il gheppio, le tortore, i gabbiani e i cormorani.Dal lungomare che si affaccia sempre sul mar Grande è possibile contemplare dei meravigliosi tramonti e nelle giornate più limpide si vedono le montagne, anche innevate, del Pollino e della Basilicata.Da alcuni anni è possibile ammirare nel golfo di Taranto numerose specie di delfini che hanno trovato in queste acque il loro habitat ideale per riprodursi.Dal 2009 l’associazione Jonian Dolphin Conservation, oltre a portare i turisti a bordo di un catamarano per avvistare i delfini, conduce studi su queste specie. Quella più diffusa è la Stennela Striata, di cui si contano più di 600 esemplari, più rari sono il Delfino Comune e il Grampo. Se si è fortunati è possibile avvistare anche la Balenottera ed il Capodoglio, che transitano però solo da marzo ad maggio.  I delfini sono presenti nei nostri mari da più di 4 mila anni ed infatti nello stemma della città è rappresentato Taras (fondatore della città) che raggiunge la costa a dorso di un delfino.

Visione dall’alto dei due mari di Taranto
ed i due seni del Mar piccolo

Delfini che nuotano nel Mar Grande

Suggestivo passaggio di una nave militare attraverso il canale navigabile, 
con il ponte girevole aperto.

Tramonto sul mar grande
Da qualche anno si sta programmando di trivellare il Mar grande e tutto il Golfo fino a Santa Maria di Leuca, alla ricerca di Idrocarburi. Nella fase inziale della trivellazione si usa una tecnica detta “air gun”,  che utilizza delle “onde d’urto” molto potenti per studiare il fondale alla ricerca delle zone ricche di petrolio. Questa metodica potrebbe esser fatale per i delfini poiché sono animali molto sensibili e le onde d’urto causano danni fisiologici a diversi loro apparati, come quello uditivo, causandone anche la  morte dell’animale.
Anche l’attività delle piattaforme petrolifere è un pericolo per gli animali che popolano il Mar Grande, sia per l’inquinamento acustico causato dalle apparecchiature, che per l’alto rischio di sversamento in mare di fanghi e petrolio, metalli pesanti e tanti altri inquinanti che ucciderebbero i delfini e tutti i pesci. Senza considerare che aumenterebbe il numero delle navi nella rada, ampliando il rischio di collisioni ed incidenti, spaventando i delfini e rovinando il meraviglioso paesaggio che la natura ci ha donato.

Una trivella come quelle che dovrebbero costruire nel Golfo di Taranto

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