mercoledì 13 febbraio 2019

IL QUARTIERE TAMBURI DI TARANTO

MODULO SCIENZE NATURALI - DOCENTE: RAFFAELLA TROVATO

Alunne partecipanti: Federica Tursi, Elisabetta Uva, Maria Ferrigni, Natasha Insito

IL QUARTIERE TAMBURI DI TARANTO

Il nome "Tamburi" del  quartiere di Taranto deriva  da "tamburo", con cui si indicava il recipiente destinato alla raccolta delle acque provenienti da un “cunicolo” (piccolo canale) posto su una collinetta:  lì sorgeva l'antico Acquedotto (1543), che forniva le  acque per l'intera città. 
Il quartiere "Tamburi" nacque agli inizi del 1900 lungo un'area famosa a quel tempo per la folta vegetazione (ulivi e pini) e per la salubrità dell'aria.
I primi complessi abitativi furono edificati al di là della Porta Napoli (la parte della città vecchia), e sorsero con l'esigenza di far risiedere le famiglie dei dipendenti degli impianti ferroviari che erano stati costruiti  nella zona. 
Il quartiere si affaccia sul primo seno del mar Piccolo (vedere ricerca sul Mar Piccolo), godendo di un panorama molto suggestivo sulla città nuova. 
In seguito, con lo sviluppo della zona industriale e soprattutto con la costruzione dell'acciaieria Italsider a metà degli anni 60, questo rione iniziò ad espandersi lungo le arterie stradali che conducono verso la Valle d'Itria e la zona occidentale della provincia.
La costruzione della grande industria negli anni ‘60 nel territorio tarantino è  stata considerata  una vera “manna dal cielo” , perché ha dato occupazione e benessere a tutta la popolazione. Prima dell’avvento dell’Italsider le occupazioni principali erano la mitilicoltura nel Mar piccolo, l’agricoltura e pastorizia. La campagna intorno alla città era piena di ulivi e masserie (vedere ricerca di masserie ed ulivi).
Adesso purtroppo il territorio sta pagando duramente, poiché tutte  queste attività negli anni hanno subito gravi danni, proprio a causa dell’inquinamento causato dall’ industria costruita in modo scellerato troppo vicino alla città ed in particolare a questo quartiere.
Solo una strada e delle piccole colline separano il più grande centro siderurgico d’Europa ad un quartiere che, come abbiamo detto prima, un tempo era famoso per la salubrità dell’aria e che oggi più di tutti paga un prezzo molto alto, in termini di salute delle persone.

I rischi ci sono ogni giorno, ma in particolare  nei “ Wind Day” , quando la velocità del vento supera determinati limiti e proviene dal settore NORD – OVEST, si disperdono sul territorio dei Tamburi grandi  quantità di polveri ed inquinanti di origine industriale,  in particolare il particolato PM10  e il benzo (a)pirene (inquinante cancerogeno). 
La dispersione di questi inquinanti determina un  aumento del rischio di malattie per tutti i cittadini, ma  in particolare per coloro  che risiedono a ridosso dell’area industriale. 
Quindi tutte le volte che l’agenzia per l’ambiente (ARPA Puglia) segnala avverse condizioni metereologiche con   un possibile aumento del PM10 oltre la soglia di legge 3) , da poco più di un anno,  è stata fatta ordinanza dal sindaco di chiusura delle scuole o riduzione dell’orario.   Già esisteva  dal 2012 sul quartiere  il divieto ai bambini di giocare nei giardini e di stare a contatto con la terra, perché ricca di inquinanti provenienti dall’industria . 

Quartiere Tamburi visto dalla città vecchia con alle spalle l’industria

Esempio di polveri che si sollevano dall’aera industriale
Ordinanza di chiusura delle scuole nei giorni di Wind Day


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