MODULO
SCIENZE NATURALI - DOCENTE: RAFFAELLA TROVATO
Alunne
partecipanti: Federica Tursi, Elisabetta Uva, Maria Ferrigni, Natasha Insito
IL QUARTIERE TAMBURI DI TARANTO
Il nome "Tamburi" del quartiere
di Taranto deriva da
"tamburo", con cui si indicava il recipiente destinato alla raccolta
delle acque provenienti da un “cunicolo” (piccolo canale) posto su una
collinetta: lì sorgeva l'antico
Acquedotto (1543), che forniva le acque
per l'intera città.
Il quartiere "Tamburi" nacque agli
inizi del 1900 lungo un'area famosa a quel tempo per la folta vegetazione
(ulivi e pini) e per la salubrità dell'aria.
I
primi complessi abitativi furono edificati al di là della Porta Napoli (la
parte della città vecchia), e sorsero con l'esigenza di far risiedere le
famiglie dei dipendenti degli impianti ferroviari che erano stati costruiti nella zona.
Il
quartiere si affaccia sul primo seno del mar Piccolo (vedere ricerca sul Mar
Piccolo), godendo di un panorama molto suggestivo sulla città nuova.
In
seguito, con lo sviluppo della zona industriale e soprattutto con la
costruzione dell'acciaieria Italsider a metà degli anni 60, questo rione iniziò
ad espandersi lungo le arterie stradali che conducono verso la Valle d'Itria e la zona occidentale della provincia.
La costruzione
della grande industria negli anni ‘60 nel territorio tarantino è stata considerata una vera “manna dal cielo” , perché ha dato
occupazione e benessere a tutta la popolazione. Prima dell’avvento dell’Italsider
le occupazioni principali erano la mitilicoltura nel Mar piccolo, l’agricoltura e
pastorizia. La campagna intorno alla città era piena di ulivi e masserie
(vedere ricerca di masserie ed ulivi).
Adesso purtroppo il territorio sta pagando duramente, poiché
tutte queste attività negli anni hanno
subito gravi danni, proprio a causa dell’inquinamento causato dall’ industria
costruita in modo scellerato troppo vicino alla città ed in particolare a
questo quartiere.
Solo una strada e delle piccole colline separano il più
grande centro siderurgico d’Europa ad un quartiere che, come abbiamo detto
prima, un tempo era famoso per la salubrità dell’aria e che oggi più di tutti
paga un prezzo molto alto, in termini di salute delle persone.
I rischi ci sono ogni giorno, ma in particolare nei “ Wind Day” , quando la velocità del
vento supera determinati limiti e proviene dal settore NORD – OVEST, si
disperdono sul territorio dei Tamburi grandi
quantità di polveri ed inquinanti di origine industriale, in particolare il particolato PM10 e il benzo (a)pirene (inquinante cancerogeno).
La dispersione di questi inquinanti
determina un aumento del rischio di
malattie per tutti i cittadini, ma in
particolare per coloro che risiedono a
ridosso dell’area industriale.
Quindi tutte le volte che l’agenzia per l’ambiente (ARPA
Puglia) segnala avverse condizioni metereologiche con un possibile aumento del PM10 oltre la
soglia di legge 3) , da poco più di un anno,
è stata fatta ordinanza dal sindaco di chiusura delle scuole o riduzione
dell’orario. Già esisteva
dal 2012 sul quartiere il divieto
ai bambini di giocare nei giardini e di stare a contatto con la terra, perché
ricca di inquinanti provenienti dall’industria .
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Quartiere Tamburi visto dalla città
vecchia con alle spalle l’industria
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Esempio di polveri che si sollevano
dall’aera industriale
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Ordinanza di chiusura delle scuole nei
giorni di Wind Day
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