MODULO
DI SCIENZE NATURALI - DOCENTE RAFFAELLA TROVATO
Alunne partecipanti: Annalisa Fago, Mariangela Pacifico, Simona Inerte, Giusy Marangella,
Graziella De Bartolomeo
IL MAR PICCOLO E LA MITILICOLTURA
Vogliamo ora parlarvi del mare che si trova
all’interno alla città, detto Mar Piccolo, diviso
in due “Seni”: il primo ha la forma che ricorda un triangolo ed è quello
collegato direttamente al Mar Grande tramite il Canale Navigabile (sotto il
ponte Girevole) ed il canale di mare che passa sotto il ponte di Sant’Egidio
(noto anche come ponte di pietra) ; il secondo seno ha invece la forma di
un'ellisse ed è quello più interno.
Sia il Mar
Piccolo che il Mar Grande, potrebbero avere antichissime origini vulcaniche.
Nel Mar Grande e nella parte settentrionale di entrambi i seni del Mar Piccolo
sono localizzate alcune sorgenti come quella del fiume Tara, del Galeso e del
Battendieri.
Esistono
anche delle sorgenti sottomarine chiamate “Citri”, che apportano acqua dolce
non potabile mista ad acqua salmastra, creando una condizione idrobiologica
ideale per la coltivazione dei militi, comunemente chiamati "cozze".
I Citri di Taranto prendono il nome dal vocabolo greco KYΘPOΣ (chytros), ovvero
pentola, a cui la fantasia popolare associava il bollore dell’acqua messa a
scaldare sul fuoco.
Nei
due seni del Mar Piccolo si trovano, quindi, le condizioni ideali di crescita
delle cozze tarantine, famose in tutto il mondo. I primi documenti che riportano le “cozze negre”
come risorsa della città sono risalenti
al 1525.
Il
loro modulo produttivo chiamato “quadro o camera” è composto da: pali di
castagno con “ventie” (cime per il sostegno delle reste) disposte
orizzontalmente e tese tra i pali e con l’uso di corde (reste) in fibra vegetale legate sulle ventie. Le
cozze tarantine che arrivano su i nostri piatti hanno circa 16-18 mesi di vita
e altrettanto di lavoro dei miticoltori. Al fine di poter contare su un ciclo
completo, che ogni anno consente di poter produrre in primavera- estate
individui adulti da commercializzare.
Sulle
coste del Mar Piccolo, precisamente sulla Circumarpiccolo, sorge anche la Palude
La vela, Oasi WWF (oggi Riserva Regionale Orientata), famosa per rappresentare una tappa intermedia importante
per le specie di uccelli che migrano dal nord dell’Europa verso i paesi più
caldi, che qui nidificano nei salicornieti e svernano. C’è anche una pineta di
pini marittimi e diversi esemplari di arbusti tipici della macchia
mediterranea.
Negli
ultimi anni, nelle acque del Mar Piccolo è possibile osservare anche diversi
esemplari di cavallucci marini.
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I due Seni del Mar Piccolo
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Pali delle
cozze nel Mar Piccolo
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Inquinamento
da plastica nelle acque del Mar Piccolo
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Ma,
purtroppo, dobbiamo rilevare che il Mar piccolo ha subìto negli anni l’effetto
devastante della grande industria siderurgica, che ha riversato nelle acque
diverse sostanze tossiche, causando inquinamento dei fondali. La diossina, il PCB e metalli pesanti sono stati ritrovati in
diversi raccolti di mitili negli ultimi anni, tanto che diverse tonnellate di
raccolti sono state mandate al macero ed i pali delle cozze sono stati spostati
nel Mar grande e nel seno più interno del Mar Piccolo. Il commercio delle cozze
ha subito gravissimi danni e diverse ditte hanno dovuto licenziare il personale
e chiudere. Inoltre, come molti mari,
anche il Mar Piccolo è inquinato dalla plastica, che si deposita sui fondali e sulle
spiagge ai margini del mare e quando si eseguono le pulizie dei fondali si
ritrovano carcasse di automobili, elettrodomestici e pneumatici
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