mercoledì 13 febbraio 2019

IL MAR PICCOLO E LA MITILICOLTURA

MODULO DI SCIENZE NATURALI - DOCENTE RAFFAELLA TROVATO

Alunne partecipanti: Annalisa Fago,  Mariangela Pacifico, Simona Inerte, Giusy Marangella, Graziella De Bartolomeo

IL MAR PICCOLO E LA MITILICOLTURA
Vogliamo ora parlarvi del mare che si trova all’interno alla città, detto Mar Piccolo, diviso in due “Seni”: il primo ha la forma che ricorda un triangolo ed è quello collegato direttamente al Mar Grande tramite il Canale Navigabile (sotto il ponte Girevole) ed il canale di mare che passa sotto il ponte di Sant’Egidio (noto anche come ponte di pietra) ; il secondo seno ha invece la forma di un'ellisse  ed è quello più interno.
Sia il Mar Piccolo che il Mar Grande, potrebbero avere antichissime origini vulcaniche. Nel Mar Grande e nella parte settentrionale di entrambi i seni del Mar Piccolo sono localizzate alcune sorgenti come quella del fiume Tara, del Galeso e del Battendieri. 
Esistono anche delle sorgenti sottomarine chiamate “Citri”, che apportano acqua dolce non potabile mista ad acqua salmastra, creando una condizione idrobiologica ideale per la coltivazione dei militi, comunemente chiamati "cozze". I Citri di Taranto prendono il nome dal vocabolo greco KYΘPOΣ (chytros), ovvero pentola, a cui la fantasia popolare associava il bollore dell’acqua messa a scaldare sul fuoco.
Nei due seni del Mar Piccolo si trovano, quindi, le condizioni ideali di crescita delle cozze tarantine, famose in tutto il mondo.  I primi documenti che riportano le “cozze negre” come risorsa della città  sono risalenti al 1525.
Il loro modulo produttivo chiamato “quadro o camera” è composto da: pali di castagno con “ventie” (cime per il sostegno delle reste) disposte orizzontalmente e tese tra i pali e con l’uso di corde (reste)  in fibra vegetale legate sulle ventie. Le cozze tarantine che arrivano su i nostri piatti hanno circa 16-18 mesi di vita e altrettanto di lavoro dei miticoltori. Al fine di poter contare su un ciclo completo, che ogni anno consente di poter produrre in primavera- estate individui adulti da commercializzare.
Sulle coste del Mar Piccolo, precisamente sulla Circumarpiccolo, sorge anche la Palude La vela, Oasi WWF (oggi Riserva Regionale Orientata), famosa per  rappresentare una tappa intermedia importante per le specie di uccelli che migrano dal nord dell’Europa verso i paesi più caldi, che qui nidificano nei salicornieti e svernano. C’è anche una pineta di pini marittimi e diversi esemplari di arbusti tipici della macchia mediterranea.
Negli ultimi anni, nelle acque del Mar Piccolo è possibile osservare anche diversi esemplari di  cavallucci marini. 

Uccelli migratori nella Palude la Vela

I due Seni del Mar Piccolo
Pali delle cozze nel Mar Piccolo



Inquinamento da plastica nelle acque  del Mar Piccolo
Ma, purtroppo, dobbiamo rilevare che il Mar piccolo ha subìto negli anni l’effetto devastante della grande industria siderurgica, che ha riversato nelle acque diverse sostanze tossiche, causando inquinamento dei fondali.  La diossina, il  PCB e metalli pesanti sono stati ritrovati in diversi raccolti di mitili negli ultimi anni, tanto che diverse tonnellate di raccolti sono state mandate al macero ed i pali delle cozze sono stati spostati nel Mar grande e nel seno più interno del Mar Piccolo. Il commercio delle cozze ha subito gravissimi danni e diverse ditte hanno dovuto licenziare il personale e chiudere.  Inoltre, come molti mari, anche il Mar Piccolo è inquinato dalla plastica, che si deposita sui fondali e sulle spiagge ai margini del mare e quando si eseguono le pulizie dei fondali si ritrovano carcasse di automobili, elettrodomestici e pneumatici  

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